Prologo de "Il ragno d'oro e la leggenda della città perduta"

Sapevo che la vita che avevo scelto di dividere con Alessandro avrebbe anche potuto portarmi a questo, ma anche se fino a quel momento non mi ero mai effettivamente resa conto del pericolo che stavo correndo, non ne fui pentita.

Anzi, pensai che quella mia prematura morte fosse il giusto compromesso per tutta la felicità che avevo avuto la fortuna di vivere. Piuttosto ero arrabbiata, perché non avrei più potuto smarrirmi dentro i suoi incantevoli occhi, non avrei più potuto assaporare le sue morbide labbra, non avrei più potuto sentire il suo respiro e le sue dita sulla mia pelle, non mi sarei più potuta accoccolare nel suo abbraccio ed impazzire ascoltando la sua meravigliosa voce.
In poche parole, non avrei più potuto essere felice.
Grazie ad Alessandro in pochi mesi avevo avuto più gioia di quanto un comune mortale potesse sperare di avere in una vita intera, forse, avevo semplicemente esaurito i miei buoni.
Come in un diabolico e democratico disegno per rendere tutto in perfetto equilibrio, semplicemente dovevo uscire dal gioco, perché avevo già avuto troppo dalla vita.
Alessandro, la mia vita, la mia morte.
Questo pensai quando con un sorriso beffardo chiusi gli occhi arrendendomi al mio inevitabile destino.

Continua ...

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